Vaccino herpes zoster rischio di prendere la varicella

Approfondimenti

Vaccino herpes zoster rischio di prendere la varicella

La vaccinazione è un’ottima strategia per abbattere il rischio di sviluppare una riattivazione del virus herpes zoster e di accorciare i tempi e la gravità degli episodi residui, ma da recenti studi è stato evidenziato che il vaccino herpes zoster esporrebbe il soggetto ad un maggiore rischio di prendere la varicella. Coloro che sono stati interessati da una pregressa infezione di varicella sono propensi a sviluppare herpes zoster in età avanzata, per scongiurare questa evenienza e per mantenere funzionale il sistema immunitario degli anziani risulta efficace la vaccinazione contro l’agente patogeno responsabile del fuoco di sant’Antonio. Il vaccino Zostavax, che contiene al suo interno il virus vivo attenuato della varicella-zoster (VZV), non sembrerebbe possedere un elevato tasso di sicurezza visto che è stato scientificamente provato che quando una persona viene vaccinata don inoculazione di un virus vivo, essa continua a diffondere il virus per settimane per questo motivo il rischio di trasmissione ed esposizione ad infezione ricade sia sui soggetti vaccinati sia su quelli non sottoposti a vaccinazione. Altre notizie su: http://www.informasalus.it/it/articoli/herpes-zoster-vaccini-portatore.php.

Le evidenze scientifiche

vaccino herpes zoster rischio di prendere la varicella

vaccino herpes zoster rischio di prendere la varicella

Da alcuni studi pubblicati sulla rivista scientifica The Journal of Infectious Diseases da parte di un team di ricercatori comprendente membri del centro spaziale della NASA Lyndon B. Johnson, del centro di scienza della salute dell’Università del Texas, della scuola di medicina dell’Università del Colorado e dei CDC. Il team ha condotto un’analisi su soggetti di età superiore a 60 anni sottoposti a vaccinazione contro herpes-zoster, dopo la somministrazione del vaccino ai partecipanti allo studio, sono stati prelevati campioni di pelle tramite tamponi nel sito di iniezione e campioni di saliva sono stati raccolti prima e dopo l’inoculazione. I campioni di saliva sono stati prelevati dal giorno 1 al giorno 3, e nei giorni 7, 14, 21 e 28, ogni mattina prima che i soggetti consumassero del cibo, ed è emerso che circa il 50% dei campioni di pelle prelevati nel sito di iniezione entro dieci minuti dall’inoculazione è risultato positivo al VZV: il team è giunto alla conclusione che questo potrebbe indicare la presenza della malattia infettiva sulla pelle dopo pochi minuti dalla vaccinazione. Tra i campioni di saliva prelevati nessuno è risultato positivo al VZV-DNA subito dopo la vaccinazione, invece la presenza di VZV-DNA nella saliva per 28 giorni dopo la vaccinazione dimostra che esiste la possibilità che le persone che hanno ricevuto recentemente il vaccino possano trasmettere il VZV ad altri soggetti, in particolare i rischi dei vaccini risultano maggiori nei pazienti immunocompromessi.