• Fuoco di sant’Antonio bicarbonato di sodio

    Fuoco di sant’Antonio bicarbonato di sodio

    L’aggressione da parte dell’herpes Zoster instaura il quadro clinico del fuoco di sant’Antonio che determina una dermatosi di origine virale che causa irritazione ed infiammazione da poter trattare con diversi rimedi naturali tra cui il bicarbonato di sodio. Questo rimedio viene comunemente utilizzato per trattare diversi disturbi cutanei e quindi favorire la cura della pelle, in particolare il bicarbonato di sodio viene consigliato per ridurre  la produzione eccessiva di sebo, per cui è utile per contrastare l’acne in quanto asciuga i foruncoli e riduce l’eccesso di sebo. Ma gli impieghi di questo rimedio naturale non si esauriscono solo a questa semplice azione, visto che può essere usato anche da nei trattamenti per la pedicure o manicure, in genere mixato insieme al sale grosso si può usare per la cura dei piedi e delle mani per cui il bicarbonato di sodio può essere aggiunto all’acqua per preparare un pediluvio oppure un bagno caldo. L’utilizzo del bicarbonato può essere accompagnato poi a diversi oli essenziali come quello di calendula, a quello a base di rosa mosqueta, oppure all’olio di lavanda per un bagno rilassante e depurativo. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Fuoco di sant’Antonio terapie topiche. Continue reading

    Published by:
  • Fuoco di sant’Antonio terapie topiche

    Fuoco di sant’Antonio terapie topiche

    Come trattamento della sintomatologia in caso di fuoco di sant’Antonio vengono suggerite delle terapie topiche che consistono in una serie di cure da applicare localmente sulla parte interessata dall’eruzione cutanea e dal dolore. In genere la guarigione dell’esantema avviene in maniera spontanea, si deve invece intervenire sul dolore in modo da alleviare la sua percezione, in tal caso può essere prescritta come terapia l’assunzione di farmaci antiepilettici che hanno lo scopo di regolarizzare l’anomala attività elettrica del sistema nervoso causata dai nervi danneggiati dal virus herpes zoster, questi presidi medici vengono prescritti soprattutto se il dolore si manifesta attraverso delle fitte di intensità acuta. Come trattamento d’elezione per trattare il dolore si ricorre spesso alla pratica della desensibilizzazione, una tecnica che punta a riabilitare la cute dolente stimolandola. Se, per esempio, il male si scatena al contatto con i vestiti, il medico può suggerire di strofinare per parecchi minuti sulla parte interessata un asciugamano. Ancora: se il dolore arriva da una abnorme sensibilità alle temperature, può essere consigliabile applicare impacchi caldi o freddi. Maggiori informazioni su Fuoco di sant’Antonio pomate a base di propoli. Continue reading

    Published by:
  • Fuoco di Sant’Antonio danneggia i neuroni sensitivi

    Fuoco di Sant’Antonio danneggia i neuroni sensitivi

    Il virus dell’herpes Zoster, responsabile del fuoco di Sant’Antonio danneggia i neuroni sensitivi, ossia le cellule del sistema nervoso che sono specializzate nella trasmissione al cervello degli input percepiti a livello sensoriale dalla pelle e dagli organi di senso, per cui i neuroni sono in grado di avvertire: caldo, freddo, dolore, sensazioni tattili. Il virus responsabile del fuoco di Sant’Antonio va così a danneggiare i neuroni, che di conseguenza inviano al cervello delle sensazioni di dolore, ed infatti l’eruzione connessa a questa infezione virale determina tra le principali manifestazioni sintomatiche la percezione di una sensazione acuta di dolore che viene percepito come intenso e continuo, che interessa la parte dove compare  l’eruzione. Le vescicole con cui si manifesta il virus rendono particolarmente sensibile il distretto cutaneo lungo il decorso del nervo o dei nervi in cui il virus si era nascosto dopo aver causato la varicella, per cui anche il minimo sfioramento può scatenare attacchi dolorosi con contrazioni muscolari. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Prurito post-erpetico come si manifesta. Continue reading

    Published by:
  • Herpes zoster segni clinici caratteristici

    Herpes zoster segni clinici caratteristici

    Il quadro clinico dell’infezione virale veicolata dall’herpes zoster si evidenzia per dei segni clinici caratteristici tra cui la localizzazione dell’eruzione tipica del fuoco di sant’Antonio per cui la sua manifestazione ha andamento monolaterale con interruzione sulla linea mediana, il rash cutaneo in genere si palesa in un’area circoscritta della pelle in relazione ad uno o più nervi sensitivi colpiti dal virus. L’aggressione da parte dell’herpes zoster coinvolge principalmente degli specifici gangli sensoriali in quanto l’agente virale si manifesta nella maggior parte dei casi nelle aree cutanee in cui l’eruzione della varicella è stata particolarmente acuta. Il fuoco di sant’Antonio tende a palesarsi soprattutto a livello del tronco localizzandosi nella zona intercostale: si tratta della forma più comune e più facilmente riconoscibile in quanto tende a presentarsi con delle caratteristiche cliniche specifiche. Prima dell’eruzione il paziente presenta una sintomatologia caratteristica con manifestazione di cefalea, febbre, astenia; in seguito compare l’eruzione cutanea che assume andamento unilaterale a fascia longitudinale, per poi proseguire in maniera meno obliqua localizzandosi tra uno o più spazi intercostali, il cammino del virus a livello cutaneo si interrompe sulla linea mediana sia anteriormente sia posteriormente. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Decorso dell’herpes Zoster. Continue reading

    Published by:
  • Fuoco di sant’Antonio calendula

    Fuoco di sant’Antonio calendula

    Quando l’herpes zoster si riattiva determina l’insorgenza di specifici sintomi tra cui un’eruzione cutanea con formazione di vescicole di origine virulenta questa manifestazione del fuoco di sant’Antonio può essere trattata con la calendula, un rimedio naturale dall’azione antinfiammatoria. Per trattare l’eruzione cutanea possono essere applicati topicamente diversi prodotti dalla formulazione naturale che permettono di lenire il rossore e l’infiammazione iniziale dovuta alla presenza di vesciche contenenti un liquido trasparente, che durante il decorso della malattia infettiva si trasformano in croste e dopo la loro caduta possono lasciare sulla pelle delle cicatrici. Per trattare il rossore e desquamazione della pelle si possono preparare degli impacchi freddi con infuso di calendula da applicare nella zona interessata dal rash cutaneo che si solito si sviluppa lungo il percorso di un nervo periferico estendendosi su un lato del tronco o del viso, l’area diventa particolarmente sensibile e dolorante. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Fuoco di sant’Antonio pomate a base di propoli. Continue reading

    Published by:
  • Virus herpes zoster sindrome di Ramsay-Hunt

    Virus herpes zoster sindrome di Ramsay-Hunt

    Tra le possibile complicanze associate all’infezione veicolata dal virus herpes zoster bisogna segnalare anche la sindrome di Ramsay-Hunt, che colpisce il ganglio genicolato provocando una paralisi dei nervi facciali a cui si associa la comparsa di eruzioni cutanee e vesciche sull’orecchio interno ed esterno, ma anche attorno naso e bocca, il soggetto può presentare infiammazione, dolore e perdita di sensibilità in uno o entrambi gli occhi, la sensazione di dolore può colpire anche l’orecchio che spesso risente di iperacusia (ipersensibilità ed un’intolleranza ai suoni). Tra le altre manifestazioni tipiche della sindrome di Ramsay-Hunt vi sono anche la perdita di movimento nei nervi facciali; la perdita di udito oppure l’alterata percezione dei suoni a causa di un ronzio costante; anche il senso del gusto viene alterato,  difficoltà nel parlare,  vertigini e perdita di equilibrio, secchezza oculare e delle fauci. A differenza della paralisi di Bell, con cui viene spesso confusa, produce sfoghi cutanei ed è diverso l’agente virale responsabile dei segni clinici, infatti la paralisi di Bell è provocata dall’herpes simplex non dal virus herpes zoster. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Decorso dell’herpes Zoster. Continue reading

    Published by:
  • Fuoco di Sant’Antonio amido di mais

    Fuoco di Sant’Antonio amido di mais

    Tra i rimedi naturali più comunemente indicati per il trattamento dell’eruzione cutanea scatenata dal fuoco di Sant’Antonio si suggerisce anche l’uso dell’amido di mais per poter beneficiare della sua azione emolliente e delle sue proprietà detergenti. La manifestazione cutanea della malattia infettiva oltre ad essere duratura, può persistere infatti da una a quattro settimane, si presenta anche come dolorosa a causa delle vesciche piene di liquido che si localizzano prevalentemente a livello del ventre oppure della schiena, l’eruzione si palesa in genere su un solo lato del corpo delineando uno sviluppo orizzontale, quasi sempre sul torace, ma talvolta compare anche sulle cosce o sul viso. Dopo la fase bollosa si formano delle croste che poi cadono lasciando sulla pelle dei segni visibili: quando le bolle si asciugano può presentarsi poi l’insorgenza della nevralgia posterpetica che si evidenzia come un dolore acuto e pungente. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Fuoco di Sant’Antonio cura farmacologica per ridurre i sintomi. Continue reading

    Published by:
  • Fuoco di sant’Antonio diagnosi differenziale

    Fuoco di sant’Antonio diagnosi differenziale

    Per identificare l’infezione virale riconducibile al fuoco di sant’Antonio ci si affida alla diagnosi differenziale dell’eruzione cutanea: già da un’indagine visiva è possibile confermare la malattia dal momento che il rash cutaneo interessa un dermatomero. Nel caso in cui l’eruzione è assente, delineando la condizione dello zoster sine herpete, l’infezione virale risulta difficile da diagnosticare in quanto il paziente risente di una serie di sintomi tipici di altre condizioni patologiche. Per formulare quindi la diagnosi dell’herpes zoster vengono eseguiti degli esami di laboratorio, è infatti possibile rilevare nel sangue la presenza degli anticorpi IgM VZV specifici, si tratta di anticorpi prodotti dall’organismo durante la manifestazione sintomatologica della varicella oppure del fuoco di sant’Antonio. Un altro test che può essere effettuato consiste nell’analizzare il contenuto sierico delle vesciche che compongono l’eruzione cutanea, si esegue in questo caso una reazione a catena della polimerasi (PCR) per la ricerca del DNA del virus herpes zoster, oppure si sottopone ad analizzare il contenuto delle bolle con un microscopio elettronico per esaminare la presenza dell’agente virale. Maggiori notizie su Prurito post-erpetico come si manifesta. Continue reading

    Published by:
  • Prurito post-erpetico come si manifesta

    Prurito post-erpetico

    Il prurito che rappresenta un sintomo caratteristico del quadro clinico del fuoco di Sant’Antonio può avere degli strascichi anche successivi alla risoluzione dell’infezione virale provocando la manifestazione del prurito post-erpetico che tende ad evidenziarsi come abbastanza doloroso. Nella maggior parte dei casi si tratta di un malessere difficile da curare visto che la sensazione di il prurito coinvolge di solito quelle zone di pelle che risentono della mancanza di sensibilità per cui l’impulso a grattarsi troppo a lungo o con troppa irruenza può causare lesioni gravi in queste aree della cute per cui le manovre di grattamento del paziente peggiorano il malessere causando ulteriori lesioni. In genere l’insorgenza del prurito locale determina un’acuta sensazione di bruciore, questi disturbi si fanno più accentuati durante la notte, portando il soggetto a grattarsi per placare il disagio, finendo invece per procurarsi lesioni ed escoriazioni locali che aggravano le condizioni del paziente. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Decorso dell’herpes Zoster. Continue reading

    Published by:
  • Eruzione varicelliforme di Kaposi

    Eruzione varicelliforme di Kaposi come si palesa l’infezione

    Tra le diverse complicanze, seppur rare, da ricondurre all’infezione erpetica di una dermatite atopica ci sono i casi di eruzione varicelliforme di Kaposi, una malattia conosciuta in ambito clinico anche con altri nomi quali eczema herpeticum, pustolosi varioliforme acuta e dermatite di Kaposi-Juliusberg. Si tratta di una malattia della pelle poco comune, ma che può assumere connotati gravi, che si manifesta con l’insorgenza di un’infezione disseminata che colpisce le sedi di lesione delle pelle per cui può essere un’infezione secondaria connessa con la dermatite atopica, con diverse forme di eczema oppure con la comparsa di ustioni. Nella maggior parte dei casi la causa dell’eczema herpeticum è una sovrainfezione della dermatite atopica da herpes simplex di tipo 1 (HSV-1), risultano invece meno frequenti i casi da ascrivere all’infezione da herpes simplex di tipo 2 (HSV-2); in ambito clinico poi vengono diagnosticati anche casi di eruzione varicelliforme di Kaposi scatenati da coxsackievirus A16 e da altri virus. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Decorso dell’herpes Zoster. Continue reading

    Published by: