• Encefalite erpetica come si manifesta

    Encefalite erpetica come si manifesta

    Tra le complicanze seppur rare connesse con l’aggressione del herpes zoster bisogna segnalare l’encefalite erpetica, una malattia che tende a colpire con maggiore incidenza i bambini piccoli, con pochi anni di vita, ma anche gli adulti con più di 50 anni. La patologia è provocata da un processo infiammatorio scatenato dall’aggressione del virus a carico del sistema nervoso centrale, queste infiammazioni colpiscono soprattutto la parte superiore del sistema nervoso ossia l’encefalo. Quest’infezione cerebrale provocata dal virus herpes simplex tipo 1 (HVS-1) ha un esordio rapido, con manifestazioni che si palesano nel giro di meno di 48 ore; tra gli specifici sintomi della patologia ci sono principalmente: febbre alta che si attesta sui 40 gradi, cefalee, problemi del comportamento, deterioramento della memoria, problemi del linguaggio; a questi segni iniziali possono in seguito associarsi altre problematiche quali:  stato confusionale, convulsioni, coma, paralisi. Spesso l’insorgenza dell’encefalite erpetica è associata ad un’infezione primaria, in questa circostanza il virus zoster può rimanere latente nell’organismo, provocando una serie di complicanze legate alla sua riattivazione. Continue reading

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  • Herpes zoster oftalmico come si manifesta

    Herpes zoster oftalmico come si manifesta

    L’agente responsabile del fuoco di Sant’Antonio in alcuni casi può insinuarsi nei nervi dell’occhio ed in quelli dell’udito, in particolare quando sorge l’herpes zoster oftalmico si possono verificare disturbi visivi sino alla cecità temporanea, mentre se sono interessati i nervi dell’orecchio ci saranno disturbi dell’udito. Di solito l’herpes zoster oftalmico sorge come forma di riattivazione del virus varicella-zoster a livello oculare anche a distanza di anni, in questo caso l’infezione secondaria coinvolge il nervo naso-ciliare oppure il globo oculare, dal momento che si tratta di una condizione piuttosto pericolosa è bene richiedere prontamente un consulto specialistico, il soggetto potrebbe andare incontro poiché ad alcune complicanze che possono determinare gravi conseguenze per la vista. Tra le lesioni oculari più gravi si potrebbe verificare la distribuzione nasociliare, si tratta del nervo che interessa palpebre, ala del naso, congiuntiva, sclera, cornea ed uvea, in questo caso l’infezione virale trova nel segno di Hutchinson il suo segno clinico rivelatore. Il paziente infatti presenta vescicole sulla punta e sull’ala del naso a cui spesso si associano disturbi di tipo oculare. Continue reading

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  • Somministrazione di immunoglobuline specifiche

    Somministrazione di immunoglobuline specifiche

    Come forma di prevenzione si raccomanda la somministrazione di immunoglobuline specifiche (VZIG) della donna sieronegativa che durante la gravidanza ha avuto dei contatti diretti con soggetti affetti da varicella, tenendo conto delle linee guida che invitano prontamente a ricorrere a questa forma di profilassi contro l’agente virale il prima possibile ossia entro 72-96 ore dall’esposizione al virus, nello specifico la profilassi passiva con immunoglobuline specifiche deve essere eseguita entro i primi 5 giorni con lo scopo principale di ridurre la gravità della dell’infezione non di prevenirla. Anche per scongiurare il contagio del fuoco di sant’Antonio si può ricorrere alle immunoglobuline specifiche anti-VZV ma solo in casi selezionati come profilassi contro il virus zoster della famiglia degli herpes virus. Il ricorso a questo approccio di profilassi è indicato quando è tangibile il rischio di abortività e di prematurità in caso di varicella durante la gestazione; va però precisato che casi prematurità e di iposviluppo intrauterino sono frequenti nei neonati con varicella congenita. Alle donne in corso di gravidanza recettive al rischio di contagio possono essere prescritte le immunoglobuline specifiche (VZIG), tenendo conto del fatto che la somministrazione deve avvenire entro 72 ore dall’esposizione al contagio. Continue reading

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  • Herpes zoster gel a base di cloruro d’alluminio

    Herpes zoster gel a base di cloruro d’alluminio

    Grazie alle sue innumerevoli qualità nella galenica dermatologica e nell’industria cosmetica, il gel a base di cloruro d’alluminio viene largamente utilizzato in particolare come prodotto antisudorale, e come gel astringente da usare in caso di rash cutanei per asciugare e seccare le vescicole e contrastare il prurito, per accelerare la guarigione dell’infezione cutanea veicolata dall’herpes zoster si può quindi fare ricorso al gel a base di cloruro d’alluminio. Questo rimedio naturale si dimostra un potente astringente, antipruriginoso ed antimicrobico un mix di virtù che rende il gel utile per lenire la sintomatologia legata al fuoco di sant’Antonio e della varicella, per cui il gel astringente se viene applicato più volte al giorno, fa asciugare e seccare le vescicole, favorendo anche la riduzione del prurito; per cui nel caso di varicella, che di solito colpisce i bambini, le vescicole pruriginose possono essere trattate con questo rimedio topico per evitare che il prurito diventi insopportabile e che venga placato grattandosi accanitamente con le unghie determinando l’insorgenza di infezioni e cicatrici sulla pelle in corrispondenza delle vescicole. Un’altra patologia virale che può essere trattata con questo rimedio naturale è l’herpes labiale come anche l’herpes genitale che si manifestano con vescicole molto pruriginose su una cute rossa ed edematosa, l’uso del gel a base di cloruro d’alluminio fa asciugare e seccare le vescicole bloccando la sensazione di prurito. Continue reading

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  • Patereccio erpetico modalità di contagio

    Patereccio erpetico modalità di contagio

    Il virus herpes simplex è responsabile di una dolorosa infezione che colpisce in genere alcune dita della mano principalmente il pollice e l’indice si tratta del patereccio erpetico che causa una lesione che si palesa sulle dita o sulla cuticola delle unghie. Entrambi i virus herpes simplex , il HSV-1 ed il HSV-2, possono provocare questo genere di infezione, anche se generalmente il HSV-1 provoca herpes labialis, stomatite erpetica e cheratite, mentre il HSV-2 provoca herpes genitale e lesioni cutanee. La principale modalità di contagio dell’agente virale è da ascrivere alla stessa capacità del virus di penetrare nell’organismo dell’ospite attraverso una ferita oppure tramite un’abrasione cutanea, a partire dalla superficie mucosa o dalla cute abrasa il corpo  risulta maggiormente esposto al rischio della replicazione virale che avviene all’interno delle cellule nel derma e nell’epidermide; il processo di proliferazione finisce poi per coinvolgere le terminazioni nervose sensoriali ed autonome, inoltre l’agente virale è capace di migrare per via assonale raggiungendo i gangli nervosi. Continue reading

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  • Verbena fuoco di sant’Antonio

    Verbena fuoco di sant’Antonio

    La medicina tradizionale si serve delle proprietà curative della verbena per il trattamento di diversi disturbi tra cui le manifestazioni del fuoco di sant’Antonio, ed infatti la concentrazione di verbenalina offre una benefica azione di tipo sedativo ed analgesica, facendo sempre attenzione al dosaggio. Il principio attivo più importante della pianta è quindi la verbenalina, che tra l’altro garantisce una valida azione antinfiammatoria, proprietà digestive ed un effetto antispasmodico, ma nella verbena si concentrano anche altre sostanze interessanti a cui ascrivere diverse virtù, a partire dal contenuto di tannino e di mucillagine che garantisce un’azione emolliente ed astringente; la composizione della piana prevede poi la presenza di saponina, arbutina, vitamine A, B e C. Generalmente il decotto di verbena viene utilizzato per beneficiare della sua azione antinfiammatoria, inoltre la pianta dimostra di possedere proprietà galattologoghe per cui viene consigliata alle neo mamme per favorire la lattazione; in ambito omeopatico la preparazione a base dei principi naturali della pianta è invece indicata per il trattamento di sintomatologie dolorose legate a reumatismi e ferite. Continue reading

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  • Infiltrazione epidurale antalgica con anestetici locali e cortisonici

    Infiltrazione epidurale antalgica con anestetici locali e cortisonici

    Nel caso in cui il fuoco di sant’Antonio non si risolve in breve tempo ma anzi va incontro a delle complicanze instaurando la  nevralgia post-herpetica il trattamento del dolore può richiedere un trattamento mediante infiltrazione epidurale antalgica con anestetici locali e cortisonici, in questo modo si placa la sintomatologia dolorosa ed allo stesso tempo si impedisce la cronicizzazione del disturbo che può determinare il quadro clinico della nevralgia post-herpetica. Le infiltrazioni epidurali hanno lo scopo di direzionare il farmaco direttamente nella sede del dolore attraverso un’iniezione a livello paravertebrale, questo perché generalmente il dolore si attiva a partire da un’infiammazione locale che può essere controllata dall’iniezione epidurale di cortisone. Per iniettare i farmaci nello spazio epidurale si possono adottare diversi approcci quali: interlaminare, caudale e transforaminale, indipendentemente dalla metodologia impiegata l’esecuzione prevede l’inserimento di un ago sottile in sede mediante una guida fluoroscopica, di fatto prima dell’iniezione viene utilizzato un colorante di contrasto per verificare che il farmaco sia indirizzato nella zona colpita da dolore, in alcuni casi l’anestetico locale è aggiunto al cortisone per rendere più efficace l’azione contro il dolore. Continue reading

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  • Sindromi neurologiche di Ramsay Hunt

    Sindromi neurologiche di Ramsay Hunt

    Con lo stesso nome vengono classificate tre differenti sindromi neurologiche definite di Ramsay Hunt in onore dello studioso che ha indagato la loro patogenesi. Anche se si usa la stessa denominazione, le tre forme assumono delle precise caratteristiche, nello specifico la sindrome di Ramsay Hunt tipo I chiamata anche sindrome cerebellare di Ramsay Hunt, è una rara degenerazione cerebellare che si accompagna ad un quadro clinico connotato da epilessia mioclonica, atassia progressiva, demenza, tremore. Per quanto riguarda invece il tipo II si tratta di una patologia da ascrivere alla riattivazione del virus herpes zoster che si innesta a livello del ganglio genicolato, ossia all’interno del nervo facciale nelle vicinanze di una delle orecchie, in questo caso il soggetto colpito risente di manifestazioni quali: dolore locale, paresi facciale, ipoacusia, vertigine. Invece la sindrome di Ramsay Hunt tipo III nota  anche con il nome di Hunt o paralisi di Artisan, è una neuropatia che colpisce la branca palmare profonda del nervo ulnare. Continue reading

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  • Fuoco di Sant’Antonio infezione batterica come possibile complicanza

    Fuoco di Sant’Antonio infezione batterica come possibile complicanza

    La maggior parte delle persone colpite dall’herpes zoster non sviluppano complicazioni, in rari casi si possono verificare delle conseguenze a livello cutaneo da ascrivere a focus infettivi di natura batterica. In alcuni casi quindi le lesioni provocate dal fuoco di Sant’Antonio possono andare incontro ad infezione batterica della pelle in quanto alcune classi batteriche possono insediarsi all’interno delle vesciche scatenando un’infezione secondaria di orgine batterica che aggrava l’infezione primaria di natura virale e che dunque richiede un trattamento ad hoc per risolversi. L’eruzione cutanea tende a guarire spontaneamente nel giro di poche settimane, come anche il prurito connesso con le pustole che si riassorbono senza lasciare cicatrici, talvolta però l’eruzione può venir infettata da alcuni batteri, tra gli effetti che possono verificarsi in questo caso ci sono degli arrossamenti che colpiscono la pelle che diventa rossa ed intorpidita, per favorire la risoluzione della complicanza può essere necessario un ciclo di antibiotici, il medico prescrive il principio farmacologico adeguato per risolvere il focus infettivo. Continue reading

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  • Fuoco di sant’Antonio localizzato nei nervi della testa

    Fuoco di sant’Antonio localizzato nei nervi della testa

    Ogni tipo di nervo può essere colpito dal virus responsabile del fuoco di sant’Antonio che può essere talvolta localizzato nei nervi della testa con interessamento dei nervi dell’occhio o quelli dell’udito. L’herpes zoster può diventare latente nelle cellule nervose, in alcuni casi anche se meno frequentemente nelle cellule non neuronali satellite del ganglio dorsale, dei nervi cranici, del sistema nervoso autonomo;  per cui in seguito all’infezione da varicella, il virus può insediarsi nel corpo dell’ospite per lungo tempo finchè non si presentano delle condizioni favorevoli che lo portano ad uscire dai corpi cellulari nervosi e percorrere gli assoni un pssaggio che determina il focus infettivo della cute nella regione percorsa dal nervo. Questo agente virale è capace di diffondersi da uno o più gangli lungo i nervi di un segmento interessato attivando l’infezione del relativo dermatomero su cui compare la caratteristica eruzione cutanea. Nel caso in cui ad essere colpito è il primo ramo del quinto nervo cranico ossia il trigemino, allora l’eruzione cutanea potrebbe danneggiare la cornea, una condizione che potrebbe causare cecità temporanea, il soggetto oltre a lamentare disturbi visivi e dolore al volto, può risentire di altre manifestazioni sintomatiche nel caso in cui ad essere interessati sono i nervi dell’orecchio in questo caso il paziente può risentire di disturbi dell’udito. Continue reading

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