Fuoco di sant’Antonio acetosa

Fuoco di Sant'Antonio cura

Fuoco di sant’Antonio acetosa

Tra i rimedi naturali topici da utilizzare per placare la sintomatologia connessa con il quadro patologico del fuoco di sant’Antonio si suggerisce l’acetosa (Rumex acetosa L.) una pianta appartenente alla famiglia delle Polygonaceae di cui sono note le proprietà positive nei confronti della pelle visto che favoriscono la scomparsa di gonfiore, prurito ed irritazione. In fitoterapia della pianta si utilizzano le foglie, i fusti freschi e la radice, in particolare si consiglia di far bollire le foglie di acetosa in acqua e poi adoperare l’infuso topicamente imbevendo un panno e lasciandolo a contatto diretto con le vesciche. In questo caso l’acetosa garantisce una valida azione astringente, decongestionante, antibatterica, un mix di benefici da imputare alla ricca concentrazione di tannini. Inoltre i cataplasmi delle foglie fresche placano le irritazioni della pelle e le punture di insetti, mentre si consiglia un pediluvio con il decotto di acetosa per decongestionare e favorire la circolazione sanguigna; come consiglio cosmetico si può preparare una maschera a base di foglie fresche da applicare sulla pelle del viso, questo impacco è in grado di chiudere i pori dilatati e ridurre la presenza di punti neri.

Impieghi utili della pianta

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fuoco di sant’Antonio acetosa

Per uso interno si impiega la pianta intera o le foglie giovani, si prepara così con l’acetosa un decotto dall’azione diuretico e rinfrescante, il rimedio è utile per il trattamento di infiammazioni a carico della bocca; nello specifico alla radice della pianta si attribuiscono proprietà di tipo lassativo e diuretico, invece l’uso della tintura madre ricavata dalla pianta intera è indicata per poter beneficiare dell’azione lassativa, antianemica, depurativa. La formulazione della tintura madre è un consiglio naturale indicato come trattamento di alcune affezioni cutanee come ad esempio dermatosi, seborrea, acne ed altre alterazioni che causano uno squilibrio del mantello idrolipidico a cui segue in genere una proliferazione batterica oppure con conseguente alterazione dello strato corneo.