Diagnosi del fuoco di Sant’Antonio
Per quanto riguarda la diagnosi del fuoco di Sant’Antonio è possibile identificare l’infezione a partire dai sintomi e dall’eruzione cutanea tipica dell’aggressione dell’herpes zoster. In genere l’interpretazione di questi segni clinici è sufficiente alla formulazione della diagnosi, nel caso di dubbi e per avere una maggiore certezza, in presenza di sintomi sospetti è possibile sottoporsi ad alcuni esami di laboratorio soprattutto quando è difficile riconoscere i sintomi ed attribuire il dolore neuropatico al virus dell’herpes zoster. Per accertare la diagnosi del fuoco di Sant’Antonio è sufficiente un esame del sangue per la ricerca degli anticorpi che si attivano a causa della presenza dell’herpes zoster. In presenza di sintomi sospetti durante la fase acuta si può effettuare il dosaggio dei virioni, ossia delle particelle virali, mediante PCR, invece in fase cronica si può effettuare il dosaggio delle immunoglobuline, se si riscontrano IgM vuol dire che l’infezione è alquanto recente, se si riscontrano IgG allora l’infezione è di natura remota. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Zoster sine herpete come si diagnostica.
Quando si manifesta il dolore persistente
Il fuoco di Sant’Antonio ha un decorso alquanto variabile nel tempo che può andare dai dieci giorni ai tre mesi, al termine di questo arco di tempo, che rappresenta la fase acuta dell’infezione virale, il soggetto non presenta alcun segno in quanto la guarigione è completa, in alcuni casi si può verificare una certa cronicizzazione del dolore che colpisce i nervi colpiti dal virus sfociando nella cosiddetta nevralgia post-erpetica. Il quadro clinico di questa complicanza connessa con l’herpes zoster determina un dolore persistente che si ripresenta anche a distanza di settimane oppure mesi dopo la scomparsa della caratteristica eruzione cutanea da ascrivere all’herpes zoster. Altre notizie si trovano su Fuoco di Sant’Antonio formicolio: le manifestazioni caratteristiche.