Come curare il fuoco di Sant’Antonio: la gestione del dolore

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Come curare il fuoco di Sant’Antonio: il trattamento della malattia

Come curare il fuoco di Sant’Antonio? L’herpes zoster (comunemente indicato come “fuoco di Sant’Antonio” ) è il risultato della riattivazione del virus varicella-zoster acquisito durante l’infezione della varicella primaria e rimasto latente nell’organismo. Considerando che la varicella è generalmente una malattia dell’infanzia, l’herpes zoster e la nevralgia post-erpetica diventano più frequenti con l’aumentare dell’età. Fattori che riducono la funzione immunitaria, come ad esempio l’infezione da virus dell’immunodeficienza umana, la chemioterapia, i tumori maligni e un uso cronico di corticosteroidi, possono aumentare il rischio di sviluppare l’herpes zoster. La riattivazione del virus dai gangli spinali, è responsabile della classica eruzione dermatomerica e del dolore, tipiche manifestazioni associata all’herpes zoster.

Come curare il fuoco di Sant’Antonio: i farmaci e la gestione del dolore

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Come curare il fuoco di Sant’Antonio: gestire il dolore

Qual è la cura per il fuoco di Sant’Antonio? L’herpes zoster è di solito trattato con la somministrazione orale di farmaci antivirali, di solito più efficaci quando assunti entro 72 ore dalla comparsa dell’eruzione cutanea. L’aggiunta di un corticosteroide può fornire benefici modesti, agendo in particolare agendo nella riduzione del dolore provocato dal fuoco di Sant’Antonio e rispetto all’incidenza della nevralgia posterpetica. Se l’herpes zoster interessa la zona oculare, possono prodursi complicazioni rare ma gravi e in generale è opportuno rivolgersi tempestivamente ad un oftalmologo. Ai pazienti con nevralgia post-erpetica possono inoltre essere prescritti narcotici, capaci di intercettare e ridurre il dolore, gli antidepressivi triciclici o gli anticonvulsivanti.

Il fuoco di Sant’Antonio è una malattia sporadica, la cui incidenza aumenta drasticamente con l’avanzare dell’età. Il virus varicella-zoster è altamente contagioso e rimane latente per decenni, a causa della specifica immunità acquisita durante l’infezione primaria (la varicella), sviluppatasi nella persona non immune o non completamente immune. La riattivazione del virus si verifica in seguito alla diminuzione di tale immunità. Una volta riattivato, il varicella-zoster viaggia lungo il nervo sensitivo innescando la distribuzione dermatomerica del dolore e le tipiche lesioni cutanee.

Come curare il fuoco di Sant’Antonio: il trattamento della malattia

Il trattamento per curare il fuoco di Sant’Antonio ha tre obiettivi principali:
– Curare l’infezione virale acuta
– Gestire il dolore acuto associato
– Scongiurare il rischio di nevralgia posterpetica
Agenti antivirali, corticosteroidi orali e modalità di gestione del dolore individualizzate, sono utilizzati per raggiungere questi obiettivi.

Gli agenti antivirali agiscono diminuendo la durata dell’ eruzione cutanea e attenuando la gravità del dolore associato alla malattia. Tuttavia, questi benefici sono stati rilevati solo in quei pazienti cui sono stati somministrati agenti antivirali per curare il fuoco di Sant’Antonio entro 72 ore dall’insorgenza dell’eruzione. L’efficacia degli agenti antivirali nella prevenzione della nevralgia posterpetica è più controversa. Sono stati condotti numerosi studi in tal senso, ma i risultati non sono completamente univoci.

I corticosteroidi somministrati per via orale sono comunemente usati nel trattamento dell’herpes zoster, sebbene studi clinici abbiano mostrato risultati variabili. Dato il rischio teorico di immunosoppressione legato all’assunzione di corticosteroidi, alcuni ricercatori ritengono che questi farmaci dovrebbero essere usati solo nei pazienti oltre i 50 anni di età, in quanto più esposti al rischio di sviluppare nevralgia post nevralgia. Il dolore associato all’herpes zoster può variare da lieve a lancinante. I pazienti con dolore da lieve a moderato, possono rispondere bene agli analgesici mentre ai pazienti che accusano un dolore più forte può essere prescritto un farmaco narcotico. Sulle lesioni aperte, prima che si formi la crosta, possono essere applicate lozioni contenenti calamina, utili per ridurre il dolore e prurito mentre. Allo stesso modo, la somministrazione per via topica di lidocaina, può essere efficace per attenuare il dolore avvertito dal paziente. L’herpes zoster oculare è trattato con agenti antivirali somministrati per via orale e corticosteroidi. Sebbene la maggior parte dei pazienti con tale manifestazione, descriva miglioramenti senza conseguenze durature, alcuni soggetti possono sviluppare gravi complicazioni, tra cui la perdita della vista. Quando l’herpes zoster coinvolge gli occhi, oltre alla cura necessaria, è dunque raccomandata una consultazione oftalmologica.

Il trattamento della nevralgia posterpetica si traduce essenzialmente in una terapia del dolore che può includere molteplici approcci terapeutici, come farmaci topici, analgesici, antidepressivi triciclici, anticonvulsivanti e svariate metodologie non mediche. Occasionalmente possono essere necessari narcotici. Oltre ai farmaci, le modalità da considerare includono la stimolazione transcutanea elettrica dei nervi, biofeedback e blocchi nervosi. L’herpes zoster e la nevralgia posterpetica sono condizioni relativamente comuni, soprattutto nei pazienti anziani e immunocompromessi. E’insolito che un paziente sviluppi l’herpes zoster più di una volta, il che suggerisce che la prima riattivazione del virus varicella-zoster fornisce una protezione immunologica per il futuro. Sono attualmente in corso studi per valutare l’efficacia del vaccino nella prevenzione dell’herpes zoster, soprattutto negli anziani.