Acrodermatite papulosa infantile come si manifesta
Gli agenti virali sono responsabili dell’acrodermatite papulosa infantile detta anche sindrome di Gianotti-Crosti, va precisato che non è stato ancora identificato lo specifico agente infettivo virale, così come non è stata impostata una cura definitiva. Anche se l’eziologia certa dell’acrodermatite è sconosciuta, si ipotezza che la malattia sia correlata con il virus di Epstein-Barr ma anche altri virus vengono spesso segnalati tra i responsabili della sindrome di Gianotti-Crosti, tra cui il citomegalovirus, i virus parainfluenzali, il virus respiratorio sinciziale. Si tratta di una malattia raramente contagiosa caratterizzata da eruzioni eritemato-papulose che tendono ad irradiarsi sugli arti e sul mento, a queste manifestazioni cutanee si associano linfoadenopatie ascellari ed inguinocrurali ma anche casi di epatomegalia. Questa malattia della pelle colpisce con maggiore incidenza i bambini di età compresa tra 6 mesi e 12 anni e si palesa con l’insorgenza di febbre, affaticamento e vescicole pruriginose di colore rosso e viola che di solito compaiono a partire dalle gambe per poi irradiarsi verso il viso; con il tempo le pustole assumono un colore violaceo in quanto i capillari perdono sangue, successivamente le pustole si trasformano in vescicole pruriginose contenenti liquido. Il paziente può risentire dei gonfiore e dolore addominale, con interessamento dei linfonodi; in genere questi sintomi possono durare 2-3 mesi.
Come diagnosticare la patologia
Per diagnosticare l’acrodermatite si parte dall’analisi della semplice eruzione in associazione agli altri sintomi tipici della malattia, in alcuni casi come conferma della diagnosi si esegue un’analisi dei livelli di zinco, vengono poi eseguiti alcuni test di funzionalità epatica e delle analisi per verificare la presenza di virus, talvolta può essere necessario eseguire una biopsia della pelle per escludere l’acrodermatite enteropatica congenita. Per questa malattia non è stata ancora messa a punto una terapia universalmente accettata come cura, in genere il paziente non necessita di terapie, si cerca solo di alleviare il prurito; in genere le eruzioni cutanee scompaiono spontaneamente entro 4-5 settimane dalla prima manifestazione, in alcuni casi possono durare anche 4 mesi.